Chiacchierino, una meravigliosa arte antica

L’INIZIO

È da molto tempo ormai che ho imparato una bella tecnica di ricamo, molto antica e soprattutto molto elegante. Ho sempre visto e apprezzato questo tipo di ricamo, ma non riuscivo mai a trovare qualcuno che ne conoscesse il metodo di lavorazione.  Sembra strano dirlo ma “all’epoca” in cui cercavo informazioni, internet non esisteva così come lo conosciamo; siti come You Tube, Facebook, erano solo un’idea nelle teste dei loro creatori e così l’accesso alle informazioni era legato alla vicinanza geografica. Era il passaggio di informazioni da una generazione all’altra, da madre a figlia, da nonna a nipote.

Fu questa vicinanza che portò ad una strana combinazione di eventi partiti dal posto più inaspettato in assoluto: l’ospedale.

Evento numero 1: La “trascuratezza”

Mia sorella maggiore ha un piccolo problema che la obbliga a una visita di controllo annuale dal suo medico specialista (niente di grave, ma qualcosa che va tenuto sotto controllo). Lei però non è, quella che si definisce, una paziente modello e spesso lascia passare tra i controlli molto più tempo di quanto previsto. Qualche anno fa, dopo uno dei tanti ritardi, quando si decise a contattare il suo medico questi la fece ricoverare per fare un check-up completo.

Evento numero 2: “Incontri inaspettati”

Il ricovero non durò molto, appena qualche giorno, ma fu sufficiente per incontrare nel letto accanto al suo una suora che lavorava al chiacchierino.

Evento numero 3: “Curiosità”

Come me mia sorella è sempre stata molto curiosa di imparare cose nuove che riguardano queste attività tanto antiche e affascinanti. Colse “la palla al balzo” e chiese alla suora di impararlo. È facile capire che, non appena tornò a casa, trasmise anche a me la sua conoscenza.

Da allora la mia passione non si è mai più fermata

GLI STRUMENTI

Una delle cose che mi piace di più di questa tecnica di ricamo è che per lavorarla non sono necessari particolari attrezzi, ma soprattutto il lavoro una volta iniziato non occupa molto spazio, quindi, se sapete di dover fare lunghe attese, il lavoro al chiacchierino rappresenta un bel modo per passare il tempo (alternandolo alla lettura, ovviamente).

Ma vediamo cosa serve: due Navette, e un uncinetto molto piccolo.

Navetta classica
Navette con uncinetto
Navetta con punta

Quest’ultimo poi può anche essere lasciato a casa se si decide di utilizzare delle particolari navette che hanno l’uncinetto incorporato, oppure una forma particolare che permette di farne a meno.

Ci sono poi delle persone che io ammiro moltissimo perché hanno il dono di crearle da soli personalizzandoli. Una di queste persone si chiama Tammy ed è membra di un gruppo facebook (just-tatting) che si occupa di chiacchierino e di cui faccio parte anche io. Se siete interessati potete farvi un giro; anche se la lungua principale è l’inglese il traduttore può darvi una mano.

LI ADORO!!!

LA TECNICA

Una volta che si è acquistati navetta e filato possiamo iniziare a lavorare. Essendo un’arte antica  e poco praticata non esistono molti giornali o libri con modelli da realizzare, ma fortunatamente in questo internet ci viene incontro fornendoci tutto quello di cui abbiamo bisogno, in alcuni casi a pagamento, in altri anche gratuitamente. Per la serie: chi cerca trova.

I punti praticati sono essenzialmente due, il nodino doppio (che in rasi casi si lavora singolarmente) e il pippiolino, che consiste nel lavorare due nodini distanti da loro abbastanza da lasciare del cotone che formerà il pippiolino. Non sto qui a dilungarmi anche perché sto preparando dei video tutorial nei quali spiegherò la tecnica sicuramente meglio che non a parole (il link lo aggiungerò nei commenti appena saranno pronti i video).

CONCLUSIONI

Giungo presto alle conclusioni per non tediarvi oltre.

Il chiacchierino è una tecnica bellissima con la quale realizzare dei lavori molto eleganti e anche di grande effetto; ha un solo difetto, al netto del costo del cotone, il suo valore si realizza nei lunghi tempi di lavorazione, anche della più piccola e apparentemente semplice creazione. Questo porta troppo spesso le persone a sottovalutarli, e a confondere il valore economico dell’oggetto con il solo costo del cotone, come se tutto il tempo, tutta la passione e l’attenzione prestata lavorando al chiacchierino non contasse niente. So bene che questo è anche l’effetto della globalizzazione e di quella che io definisco “ignoranza funzionale” ma chiedo a chiunque veda un lavoro fatto al chiacchierino (ma in generale tutti i lavori realizzati a mano) non guardateli facendo solo il conto di quanto hanno speso in  materie prime perché in ogni creazione c’è sempre qualcosa di più.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *